Anche il caso di Grotowski, parallelamente a quello di Bene, rimanda all'idea di un depauperamento della consistenza drammaturgica del testo. Non perché vi sia un'assenza di drammaturgia, ma perché questa si è spostata dalla pagina alla scena. L'obiettivo di Grotowski non è creare un testo/dramma diverso dall'originale, ma slanciarsi dal testo per approdare all'idea di un teatro diverso. Un terzo esempio che può aiutarci a comprendere un ulteriore aspetto di questa dinamica è l'Antigone messo in scena dal Living theatre nel 1967. La tragedia di Sofocle è affrontata nella rivisitazione di Brecht, filtrata dalla traduzione di Holderlin. Il Living usa come materiale drammaturgico proprio il Modellbuch brechtiano, il quaderno di lavoro messo a punto durante l'allestimento del Berliner Ensemble, con gli inserti esplicativi per ogni singola sequenza che gli attori dovevano recitare, durante le prove, per allenarsi a produrre un adeguato effetto di straniamento. La scelta di Beck e Malina è di natura etica e politica. In Antigone vedono un modello di comportamento, un antagonismo irrecuperabile col sistema destinato ad un inveramento tragico. Con grande stupore dei suoi spettatori più fedeli, abituati alle libere scritture creative del Living, Beck e Malina scelgono di conservare il Modellbuch brechtiano nell'interezza della sua lettera, recitando anche le parti esplicative. Sembrerebbe un brillante saggio di regia, realizzato a partire dalla messa in scena di un testo, l'impianto narrativo essendo conservato integralmente con un adeguamento di ambientazione e di caratterizzazione dei personaggi che concorre a ridefinirne la drammaturgia. Rispetto a spettacoli come Paradise Now, ma anche rispetto ai Mysteries, l'operazione Antigone è, senz'altro, più vicina ad una soluzione registica, ma anche in questo caso il problema risiede nello spostamento della polarità drammaturgica dalla pagina alla scena. L'approccio al testo è di tipo non rappresentativo. Si tratta di entrare dentro le sue motivazioni, di natura etica ed umana, per riscriverlo attraverso un'esperienza di scrittura parallela, individuale e soggettiva da parte dell'attore. "Si trattava - ricorda Malina - di esprimere esattamente coi nostri corpi quello che era il sottotesto delle parole"; mentre, infatti, "la pura restituzione del testo si traduce in un'azione convenzionale" "quella del sottotesto impone di esplorare altre direzioni: di attraversare la gioia, il tremore, la paura, la rabbia, la resistenza, le forze psichiche, la sconfitta, l'orrore...tutto quello che è sempre presente sotto le parole, il sottotesto, ed è il corpo che deve rappresentarlo." Parola e corpo: dal teatro di Antigone è cancellata ogni altra cosa. Non c'è scena, né costumi, né musica, né luci. Tutto è risolto nel confronto dell'attore col testo qui ed ora, investendo uno spazio che è reale e coinvolge anche la postazione dello spettatore. E' il corpo dell'attore che va ad assumere tutte le significazioni teatrali da contrapporre o da integrare alla parola. E' macchina espressiva, attraverso una gestualità altamente codificata, simbolica ed astratta; è spazio rappresentativo, costruendo i diversi luoghi dell'azione attraverso un'architettura di corpi; è luogo musicale, attraverso l'uso di materiale pre-verbale, che integra l'andamento discorsivo della parola e dei suoni che è in grado di produrre. Questa struttura gestuale e comportamentale definisce una vera e propria costruzione architettonica dell'azione, tesa a produrre un'autonoma sfera di significazione. Procedendo per paradossi potremmo dire che l'Antigone del Living funziona, su di un piano drammaturgico, anche se spegniamo il sonoro, proprio perché l'azione scenica è portatrice di una sua drammaturgia, perché gesto e corpo definiscono una partitura semantica che agisce col testo, non dentro il testo. E' un approccio alla letteratura teatrale che troviamo spesso sintetizzata un una formula: non il testo di, ma il testo da, a significare non tanto l'ispirazione generica all'opera di uno scrittore, ma un intervento su di essa tesa a riscriverla, a tradirla, costruendole attorno un nuovo contesto drammaturgico, un nuovo dramma fondato sulla scrittura di scena.